Recentemente, la Belgian Society of Hyperbaric and Underwater Medicine ha tenuto un convegno in cui si è discusso sulla somministrazione di Ossigeno in caso di incidente subacqueo.
Al convegno hanno partecipato numerosi esperti del settore, provenienti da tutta Europa.
In questo articolo ti diamo un estratto di quanto emerso durante il convegno, ma dato che la somministrazione di ossigeno in caso di incidente subacqueo è un tema che in BLS-D Academy ci sta molto a cuore – e su cui collaboriamo con molti professionisti del mondo subacqueo e nella formazione di bagnini- ci aggiungeremo i nostri commenti e note. Sempre ad integrazione di quanto viene spiegato nei nostri corsi di BLS e di abilitazione – appunto – alla somministrazione di ossigeno.
Innanzitutto, se è il titolo dell’articolo ad averti incuriosito, mettiti comodo: la risposta è SI. Sempre e comunque. Su questo, non ci sono dubbi.
Quindi rispondiamo alle prossime domande, alcune tra quelle poste durante il convegno e che ci interessano un questa sede:
- Quando somministrare ossigeno?
- Chi può somministrarlo?
- Quale ossigeno dare?
- In quale percentuale?
- Cosa dice la legge?
Quando somministrare ossigeno?
Su questo punto gli esperti sono unanimi: l’ossigeno deve essere somministrato fino a quando la persona non viene curata dai servizi di emergenza.
L’ossigeno deve essere somministrato a TUTTI i subacquei con segni evidenti o meno evidenti di un incidente da decompressione.
Chi può somministrarlo?
A sentire gli scienziati intervenuti nel convegno in oggetto, l’ossigeno va dato e basta. In qualunque circostanza e comunque.
Ma prefiemo attenerci alla legge in vigore in Italia. Cosa dice?
Il Ministero della Salute ha riconosciuto alle figure del bagnino e dell’istruttore subacqueo un ruolo essenziale, evidenziando quanto segue: si ritiene che “sia consentito a personale non medico, in assenza di un parere medico, somministrare ossigeno esclusivamente in situazioni di emergenza senza incorrere nell’esercizio abusivo della professione medica, se tale pratica è affidata a figure stabilmente presenti nei luoghi dove esistano rischi che richiedano, se emergenti, la somministrazione di ossigeno (bagnini, istruttori subacquei, capitani delle barche che accompagnano i sub per le immersioni,…) e sia previsto un addestramento in Primo soccorso che fornisca le conoscenze pratiche e teoriche tali da garantire la sicurezza necessaria per agire in modo rapido ed efficace in caso di emergenza (Basic Life Support).”
Quindi si demanda la somministrazione di ossigeno ai professionisti e dopo adeguato addestramento, che includa sia le pratiche del BLS che quanto concerne la somministrazione di ossigeno.
Ecco perché, nel settore subacqueo, la gran parte delle Agenzie richiedono che tutti i subacquei esperti – e tanto più gli Istruttori sub – sono tenuti ad avere entrambe le certificazioni, in stato di validità (il brevetto BLS-D scade ogni 2 anni).
Quale Ossigeno dare?
Ossigeno medico o industriale?
Olivier Goldberg, Presidente della commissione medica della federazione belga per le attività subacquee e capo del servizio medico d’emergenza in Belgio, è stato chiaro: in caso di necessità, dovremo somministrare ossigeno. Che sia medico o industriale non fa differenza.
La differenza sta principalmente nel risciacquo delle cisterne e delle persone autorizzate all’uso. A parte questo, nessuna differenza, quindi nessun motivo per non usare l’ossigeno.
La legge Italiana, di contro, è chiara su questo punto: ai sensi dell’art. 1(a) del decreto legislativo n. 219 del 24 aprile 2006, attuativo della direttiva UE 2001/83/CE l’ossigeno da impiegare nelle emergenze discusse è quello prettamente medicale.
In quale percentuale?
Se hai ancora dei dubbi, fermati ora. L’ossigeno deve essere somministrato alla massima concentrazione possibile, indipendentemente dalla saturazione di ossigeno nel sangue della persona.
Idealmente, fornire il 100% di ossigeno è la soluzione migliore con un flusso minimo di 15 litri/minuto.
Indipendentemente dalla fonte scientifica, il consiglio è lo stesso: è ossigeno al 100% senza interruzioni.
Allo stesso modo, è preferibile somministrare il 100% di ossigeno per 30 minuti piuttosto che il 50% di ossigeno per un’ora. Non tentare di “adattarti” anche se hai paura di rimanere senza benzina prima che il subacqueo venga prelevato dai servizi di emergenza.
Cosa dice la legge?
Ogni paese ha le sue regole.
Dovresti informarti sulle leggi e i regolamenti in vigore nel Paese in cui ti immergi.
Per quanto riguarda l’Italia, facciamo riferimento alla circolare prot. n. DGDFSC 0018981-P del 20 marzo 2012 del Ministero della salute, avente come oggetto la “Somministrazione di ossigeno in emergenza”.
“È consentito a personale non medico, anche in assenza di un parere medico, somministrare ossigeno in situazione di emergenza, senza incorrere nell’esercizio abusivo della professione medica. Il Consiglio superiore della sanità ha rilevato infatti che la somministrazione di ossigeno medicale è regolata dalla legge sulla prescrizione dei farmaci che richiedono ricetta medica, per quanto riguarda la vendita, ma l’ossigeno non è un farmaco la cui somministrazione è limitata al medico o al personale sanitario. La somministrazione di ossigeno, come primo soccorso in caso di incidente da decompressione, è lo standard di intervento previsto dalle procedure nazionali ed internazionali ed è raccomandata dalle principali organizzazioni mediche internazionali, oltre che dalla UE.”
Relativamente all’obbligo di avere a disposizione ossigeno medicale, tutte le imprese – e dunque anche gli stabilimenti balneari, gli impianti natatori e le scuole di sub e diving – sono generalmente obbligate alla detenzione di bombole di ossigeno medicali destinate alle emergenze in forza del decreto legislativo n. 81/2008, recante il “Testo unico sulla sicurezza sul lavoro”, e dal suo allegato VIII. L’art. 45 del decreto, inoltre, fa particolare riferimento alla necessaria preparazione del personale al fine di garantire un adeguato primo soccorso, proporzionato rispetto alle dimensioni ed esigenze di ciascuna impresa.
Ai sensi dell’art. 15 del decreto, tutte le imprese sono obbligatoriamente tenute a redigere il DVR o “Documento di valutazione del rischio” il cui responsabile è il datore di lavoro oppure il responsabile per la sicurezza designato.
Negli stabilimenti balneari, impianti natatori e diving il DVR – secondo la normativa applicabile – dovrebbe contenere tutti i dati relativi alla corretta gestione in sicurezza dell’ossigeno medicale, in modo da fornire una guida per fronteggiare i casi di emergenza.
Le ordinanze balneari
Le ordinanze di sicurezza balneare sono provvedimenti amministrativi emanati dai locali uffici del corpo delle Capitanerie di porto – Guardia costiera competenti per territorio.
Relativamente a queste ordinanze, citiamo l’avvocato Marco Paggini, di Livorno, che opera nell’ambito del diritto marittimo e del diritto dei trasporti, con radicata propensione internazionale.
“Anch’esse costituiscono fonti di obbligazioni a carico degli istituti in esame, e infatti sono solite contenere disposizioni relative alle dotazioni di Primo soccorso ed al salvataggio in generale”, spiega l’avvocato Paggini. “Confrontando tuttavia le diverse ordinanze balneari attualmente in vigore, emerge un quadro regolamentare tutt’altro che omogeneo e conforme a quanto previsto dalle fonti normative. Sicuramente ciò dipende dalle intrinseche differenze ed esigenze di ciascun territorio. […] Ebbene, è fondamentale evidenziare che le ordinanze balneari non possono considerarsi riferimenti esaustivi in quanto stabilimenti balneari, impianti natatori e diving rimangono in ogni caso assoggettati a tutti gli obblighi in materia di sicurezza sinora esposti e disciplinati dalle normative citate.”
Quindi, ancora una volta, torna il motto di BLS-D Academy: Formare per Salvare.
Perché speriamo sempre di non trovarci mai in brutte situazioni, ma se e quando dovesse accadere… sappiamo cosa fare? Possiamo fare la differenza?
Bastano poche – interessanti! – ore per poter rispondere: SI, POSSO FARE LA DIFFERENZA.